Uso e abitazione: disciplina e differenze

I diritti di uso e abitazione sono diritti reali di godimento che condividono diversi principi con l’usufrutto.

Tuttavia, presentano alcune caratteristiche peculiari che li distinguono. Ad esempio, uso e abitazione sono diritti strettamente personali e non ipotecabili, inoltre permettono al titolare di godere dei beni mobili o immobili entro alcuni limiti.

In questo articolo, analizzeremo la disciplina e le principali differenze tra uso e abitazione, offrendo una visione d’insieme degli istituti, anche in confronto con il diritto di usufrutto.

Indice dei contenuti

  • Definizione e caratteristiche del diritto d’uso
  • Il diritto di abitazione: definizione e limiti
  • Differenze principali tra uso e abitazione
  • Incedibilità e divieto di locazione
  • Possibili deroghe al divieto di cessione e locazione
  • Uso e abitazione: ipotecabilità ed estinzione

Definizione e caratteristiche del diritto d’uso

Il diritto di uso è regolato dall’art. 1021 del Codice Civile e consente al titolare di:

  • Servirsi di un bene
  • Raccogliere i frutti naturali, ma solo per soddisfare i bisogni personali e della propria famiglia, da valutare in base alla condizione sociale del titolare

Questo diritto può avere come oggetto beni mobili e immobili ed è strettamente personale. Solo il titolare può esercitarlo, e la sua incedibilità è sancita dall’art. 1024 c.c.

Sebbene anche le persone giuridiche possono essere titolari del diritto d’uso, la dottrina prevalente ritiene che non possano raccogliere i frutti, in quanto non hanno bisogni “personali”.

Il diritto di abitazione: definizione e limiti

Il diritto di abitazione, previsto dall’art. 1022 c.c., consente al titolare di abitare un immobile esclusivamente per i propri bisogni e quelli della famiglia.

Questo diritto è limitato ad una casa di abitazione e può essere esercitato solo da persone fisiche.

La coabitazione è ammessa e, nel caso di comunione legale tra coniugi, il diritto entra a far parte della comunione.

Differenze principali tra uso e abitazione

Sebbene condividano molti principi con l’usufrutto, uso e abitazione presentano alcune differenze significative:

  • Oggetto del diritto: l’usuario può utilizzare il bene per molteplici scopi, mentre l’abitatore può solo abitarlo.
  • Tipologia del bene: l’uso può riguardare beni mobili e immobili, mentre l’abitazione è limitata agli immobili abitativi.
  • Raccolta dei frutti: solo l’usuario può raccogliere i frutti naturali, nei limiti dei bisogni familiari; l’abitatore non ne ha diritto.
  • Titolarità: l’uso può spettare a persone fisiche e giuridiche; l’abitazione è riservata alle sole persone fisiche.

Incedibilità e divieto di locazione dei diritti

L’art. 1024 c.c. stabilisce che i diritti di uso e abitazione non possono essere ceduti né dati in locazione.

Questo divieto è volto a tutelare il proprietario gravato. Per quest’ultimo, infatti, è rilevante l’identità del titolare del diritto reale di godimento, in quanto i bisogni e le esigenze possono variare.

Possibili deroghe al divieto di cessione e locazione

Secondo una teoria minoritaria, il divieto di cessione e locazione non è derogabile, poiché ciò creerebbe un diritto reale diverso, violando il principio di tipicità.

La dottrina prevalente, invece, sostiene che il proprietario può autorizzare la deroga al divieto, purché vi sia il consenso dell’usuario o dell’abitatore.

Uso e abitazione: ipotecabilità ed estinzione

I diritti di uso e abitazione non sono ipotecabili.

Inoltre, ai sensi dell’art. 1026 c.c., essi cessano sempre con la morte del titolare, analogamente all’usufrutto.

L’applicazione delle norme sull’usufrutto, ove compatibili, esclude anche la possibilità di costituire uso e abitazione successivi, rafforzando la natura strettamente personale di questi diritti.

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