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Abuso edilizio non sanabile

Abuso edilizio non sanabile | Risoluzione preliminare

L’abuso edilizio non sanabile rappresenta un grave ostacolo alla conclusione della compravendita e può determinare anche la risoluzione per inadempimento del contratto preliminare. Quando l’immobile promesso in vendita presenta difformità urbanistiche insanabili, la parte promissaria acquirente ha diritto a domandare lo scioglimento del vincolo contrattuale. La Cassazione, con l’ordinanza n. 8749 del 3 aprile 2024, ha confermato la necessità di accertare, caso per caso, l’insanabilità delle difformità edilizie per fondare la risoluzione. Indice dei contenuti: Abuso edilizio non sanabile e

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Difformità catastale: risoluzione del contratto preliminare

La difformità catastale di un immobile può incidere in modo determinante sull’efficacia del contratto preliminare di compravendita. In particolare, la mancanza di conformità tra lo stato di fatto e i dati catastali o le planimetrie può integrare un inadempimento rilevante del promittente venditore, legittimando il recesso della parte acquirente e persino la risoluzione del contratto. La recente sentenza della Cassazione civile, n. 13959 del 26 maggio 2025, ha approfondito il tema, evidenziando come l’obbligo di regolarizzazione catastale abbia natura essenziale

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Acquirente non si presenta al rogito: caparra trattenuta

Quando l’acquirente non si presenta al rogito notarile per la stipula del contratto definitivo, la parte venditrice ha diritto ad ottenere la risoluzione del contratto preliminare e trattenere la caparra confirmatoria. È quanto affermato dalla Corte di cassazione con l’ordinanza n. 66/2025, che ha esaminato il caso di un promissario acquirente inadempiente, ribadendo i principi fondamentali previsti dagli articoli 1385 e 1455 del codice civile. Indice dei contenuti: Se l’acquirente non si presenta al rogito c’è risoluzione del preliminare per

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