Rinuncia eredità: guida completa

Con la rinuncia eredità il chiamato dichiara di non voler diventare erede e, conseguentemente, non subentra nel patrimonio del de cuius, tanto nel “lato attivo” (crediti) quanto nel “lato passivo” (debiti).

Prima di decidere se accettare o meno un’eredità si consiglia di analizzare attentamente la composizione del patrimonio ereditario per comprendere se il defunto abbia lasciato debiti ereditari.

In alcuni casi, infatti, diventare erede può non portare alcun vantaggio e si rischia concretamente di ritrovarsi a dover rispondere dei debiti ereditari anche con il patrimonio personale.

Rinunciare all eredità consente dunque di evitare di pagare i debiti ereditari.

In questo articolo analizzeremo gli aspetti principali della rinuncia all’eredità e cercheremo di rispondere ad alcune delle domande più frequenti sul tema.

Indice dei contenuti:

Cosa vuol dire rinunciare eredità

Quando si apre la successione, ovvero al momento del decesso, coloro che sono chiamati all’eredità devono decidere, entro termini fissati dalla legge, se accettare o rinunciare eredità.

Secondo il nostro ordinamento, infatti, non vi è l’automatico acquisto della qualità di erede ma spetta sempre al chiamato decidere se accettare o rinunciare eredità.

Rinunciare eredità significa quindi dichiarare formalmente di non voler accettare il patrimonio ereditario offerto.

In senso tecnico la dichiarazione di rinuncia eredità costituisce una “rinunzia abdicativa” vale a dire un negozio giuridico con cui un soggetto (il chiamato all’eredità) dismette un diritto (di accettare l’eredità) senza che ciò comporti il trasferimento ad altri.

Chi può fare la rinuncia eredità

Secondo l’orientamento prevalente, coloro che sono legittimati a rinunciare all’eredità sono:

  • chiamati alla successione ai quali sia attualmente offerta l’eredità (c.d. delati)
  • anche coloro che non godono della capacità di agire (minori, interdetti, inabilitati ecc.), previa autorizzazione del Giudice Tutelare o del Tribunale
  • persone giuridiche (società ecc.)

Si ritiene al contrario che non siano legittimati a rinunciare all’eredità:

  • i chiamati (delati) sotto condizione sospensiva
  • i chiamati ulteriori (cioè coloro che potrebbero diventare eredi in mancanza di altri)
  • i nascituri, poiché anche per loro la delazione è differita e subordinata alla nascita

Rinuncia eredità termine

Il Codice civile non indica espressamente un termine di prescrizione della rinuncia all’eredità per questo si ritiene, in modo pressoché unanime, che i termini rinuncia eredità corrispondano a quelli previsti per accettare l’eredità.

Quindi, di regola, la rinuncia eredità deve essere effettuata entro 10 anni dall’apertura della successione.

Tuttavia, occorre tenere presente che in determinate circostanze il chiamato ha molto meno tempo per decidere se rinunciare eredità. Nello specifico il Codice civile disciplina le seguenti situazioni:

  1. Il chiamato che si trova nel possesso (compresa la mera detenzione) di uno o più beni facenti parte dell’asse ereditario, se non esegue l’inventario entro 3 mesi dal giorno dell’apertura della successione è considerato erede puro e semplice. Allo stesso modo, il chiamato in possesso dei beni ereditari diviene erede puro e semplice qualora, pur avendo redatto l’inventario nei termini di legge, non abbia manifestato entro i successivi 40 giorni la volontà di accettare con beneficio di inventario o rinunciare eredità (art. 485 c.c.)
  2. Il chiamato all’eredità che abbia sottratto o nascosto beni facenti parte dell’asse ereditario decade dalla possibilità di rinuncia e si considera erede puro e semplice, anche qualora abbia precedentemente manifestato la volontà di rinunciare (art. 527 c.c.).

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Come rinunciare all’eredità

La rinuncia all’eredità è un atto formale, in quanto per essere valida ed efficace deve necessariamente effettuarsi con dichiarazione ricevuta da un notaio oppure dal cancelliere del tribunale territorialmente competente (art. 519 c.c.).

Così come previsto per l’accettazione, non è ammessa la rinuncia parziale, anche nel caso in cui la successione ereditaria sia in parte testamentaria ed in parte legittima. Non è inoltre ammessa la rinuncia sottoposta a termine o condizione.

Rinuncia eredità chi subentra

Colui che ha rinunciato all’eredità si considera come se non fosse mai stato chiamato (effetto retroattivo). Tuttavia, ciò non esclude che il rinunciante possa trattenere le donazioni ed i legati a suo favore.

Quindi, nel momento in cui un chiamato decide di rinunciare eredità occorre stabilire chi sono i soggetti che possono subentrare nel diritto di accettare l’eredità. Il Codice civile è molto chiaro sul punto e detta le norme applicabili sia in caso di successione legittima sia in quella testamentaria.

  • Nella successione legittima, in presenza dei presupposti di legge, la quota di colui che ha rinunciato si devolverà secondo le regole dalla rappresentazione. In mancanza dei presupposti, l’eredità si devolverà secondo legge considerando il rinunciante come mai chiamato alla successione.
  • Nelle successioni regolate da testamento, il testatore può liberamente decidere chi debba sostituirsi a colui che abbia rinunciato all’eredità. In mancanza di sostituzione, anche in questo caso l’eredità si devolverà secondo le regole della rappresentazione. In mancanza dei presupposti della rappresentazione, la quota si accrescerà proporzionalmente agli altri coeredi chiamati in quote omogenee (es. il testatore istituisce erede in parti uguali Tizio e Caio. Se Tizio rinuncia la sua quota si accrescerà a favore dei Caio). In ultima ipotesi, qualora non sussistano i presupposti per l’accrescimento, l’eredità sarà devoluta secondo le regole della successione legittima.

Revoca rinuncia eredità

La legge consente di revocare la rinuncia all’eredità. Tuttavia ciò non è sempre possibile: la revoca della rinuncia è ammessa fintanto che il diritto di accettare non si è prescritto (10 anni dall’apertura della successione) e, in ogni caso, solo se nel frattempo l’eredità oggetto di rinuncia non sia stata accettata da altri chiamati.

Facciamo un esempio: immaginiamo che la successione si sia aperta nell’anno 2015 e Tizio dichiari di volvervi rinunciare nel 2016. Nel 2018 Tizio cambia idea e decide di revocare la rinuncia per diventare erede. Se tra la data della rinuncia (2016) e la data della revoca (2018) l’eredità a suo tempo rinunciata da Tizio è stata accettata dal chiamato in subordine, Tizio, anche se non sono trascorsi 10 anni dall’apertura della successione, non potrà più revocare la rinuncia e quindi diventare erede.

Quanto alla forma, in questo caso il Codice non prescrive nulla, pertanto si ritiene che la revoca della rinuncia possa essere effettuata anche in forma tacita.

Rinuncia all’eredità e dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione è un adempimento prettamente fiscale che deve essere obbligatoriamente effettuato entro 12 mesi dall’apertura della successione.

E’ bene tener presente che la dichiarazione di successione, che nel gergo comune viene anche definita “pratica di successione”, non ha alcun rilievo civilistico e non comporta di per sé l’accettazione dell’eredità.

Lo scopo della dichiarazione di successione è infatti quello di consentire all’Agenzia delle Entrate di conoscere quali sono i soggetti che subentrano nel patrimonio del defunto e, conseguentemente, procedere con la riscossione delle imposte ereditarie.

Per questo tra coloro che sono obbligati alla presentazione della dichiarazione di successione vi sono anche soggetti che non sono chiamati all’eredità (es. legatari, curatore delle eredità giacente ecc.).

Coerentemente la legge esclude dall’obbligo di presentazione della dichiarazione di successione colui che ha rinunciato all’eredità in quanto è divenuto un soggetto formalmente e sostanzialmente estraneo alla successione ereditaria.

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Quanto costa rinunciare all’eredità

I costi della rinuncia all’eredità variano a seconda della procedura utilizzata. Presentare la dichiarazione di rinuncia all’eredità davanti al cancelliere del Tribunale ha dei costi fissi corrispondenti alle tasse ed imposte di bollo. Al contrario non è possibile quantificare il costo qualora si scegliesse di rendere la dichiarazione davanti ad un notaio in quanto il costo varia in funzione dell’onorario del professionista.

Il costo fisso della rinuncia all’eredità davanti al cancelliere del Tribunale è dato dai seguenti importi:

  • tassa di registrazione pari ad €200,00
  • marca da bollo di € 16,00
  • da € 11,63 a € 34,89 di marca da bollo per la copia dell’atto

A questi importi andrà aggiunto l’onorario dell’avvocato che eventualmente si vorrà incaricare per l’assistenza legale alla presentazione della dichiarazione in Tribunale.

Avvocato successioni – Rinuncia eredità tramite avvocato

Lo Studio Paccosi offre assistenza legale completa per effettuare la rinuncia eredità tramite avvocato presentando la dichiarazione presso il Tribunale territorialmente competente.

E’ possibile contattare lo Studio compilando l’apposito modulo di contatto, inviando una e-mail all’indirizzo info@avvocatoalessandropaccosi.it oppure chiamando direttamente il numero (+39) 351 974 2370.

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