Incapacità di succedere: esempi e normativa

L’incapacità di succedere è un istituto del diritto delle successioni che si riferisce ai casi in cui un soggetto non possa essere designato come eredi di una determinata persona.

Si tratta di una categoria di incapacità relativa, che si applica esclusivamente in situazioni giuridiche particolari.

Questo articolo analizza le disposizioni normative che regolano l’incapacità di succedere, esaminando in dettaglio i casi previsti dal legislatore.

Indice:

  • Incapacità di succedere: nozione e applicazione
  • Art. 596 c.c.: tutore e protutore
  • Art. 597 c.c.: notaio, testimoni e interprete
  • Art. 598 c.c.: scrittura e ricezione del testamento segreto
  • Art. 599 c.c.: disposizioni nulle per persone incapaci
  • Art. 411 c.c.: amministratore di sostegno

Incapacità di succedere: nozione e applicazione

L’incapacità di succedere si applica a determinati soggetti che, in virtù della loro posizione giuridica, non possono succedere ad altri.

Queste ipotesi sono considerate eccezionali e tassative, il che significa che non è possibile estendere tale incapacità a casi non espressamente previsti dalla legge.

La disciplina stabilisce quindi situazioni in cui soggetti particolari non possono ricevere legittimamente beni in seguito a testamento o successione, limitando la loro capacità successoria in determinate circostanze.

Art. 596 c.c.: tutore e protutore

L’articolo 596 del Codice Civile prevede che il tutore e il protutore siano incapaci di succedere all’interdetto.

In particolare, stabilisce che le disposizioni testamentarie in favore di queste persone, fatte dopo la nomina del tutore e prima dell’approvazione del conto o della conclusione dell’azione per il suo rendimento, siano nulle.

Tuttavia, sono valide le disposizioni a favore del tutore o protutore che rivestano determinati legami familiari, come ascendente, discendente, fratello, sorella o coniuge del testatore.

Art. 597 c.c.: notaio, testimoni e interprete

L’articolo 597 stabilisce che il notaio che ha redatto un testamento pubblico, insieme ai testimoni e all’interprete intervenuti, sono incapaci di succedere al testatore.

La legge sancisce la nullità di qualsiasi disposizione testamentaria che li favorisca, considerando il conflitto di interesse che potrebbe derivare dal loro ruolo nella redazione del testamento.

Questo principio garantisce l’integrità e la trasparenza del processo testamentario.

Art. 598 c.c.: scrittura e ricezione del testamento segreto

Secondo l’articolo 598 c.c., le disposizioni testamentarie fatte a favore di chi ha scritto o ricevuto il testamento segreto sono nulle, salvo che queste disposizioni siano state approvate dal testatore o confermate al momento della consegna del testamento.

Inoltre, anche le disposizioni favorevoli al notaio che ha ricevuto il testamento segreto sono invalide se il plico non è stato sigillato.

Art. 599 c.c.: disposizioni nulle per persone incapaci

L’articolo 599 c.c. estende l’incapacità di succedere a favore delle persone specificate negli articoli precedenti, dichiarando nulle anche le disposizioni fatte sotto nome d’interposta persona.

Sono considerate persone interposte, ad esempio, i parenti stretti del soggetto incapace, come il padre, la madre, i figli e il coniuge, anche se coinvolti nella successione insieme alla persona incapace.

Art. 411 c.c.: amministratore di sostegno

Infine, l’articolo 411 c.c. stabilisce che l’amministratore di sostegno è incapace di succedere all’amministrato.

Tuttavia, sono valide le disposizioni in favore dell’amministratore di sostegno che sia parente entro il quarto grado dell’amministrato, o che abbia una relazione con lui stabile e convivente.

In tal caso, l’incapacità di succedere viene mitigata dal legame familiare o dalla convivenza.

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