Eredi legittimi chi sono | Quote | Legittimari

Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei coinvolto in una successione già aperta, stai pensando di scrivere un testamento oppure più semplicemente vuoi sapere effettivamente chi sono gli eredi legittimi per l’ordinamento italiano.

Bene, sei nel posto giusto. Andiamo dritti al punto.

Dunque, gli eredi legittimi sono gli eredi individuati dalla legge in mancanza di testamento.

Ciò premesso, per capire veramente gli eredi legittimi chi sono è necessario proseguire nella lettura dell’articolo ed analizzare concretamente cosa significa essere eredi legittimi e quali sono le conseguenze giuridiche.

In questo articolo analizzeremo la differenza tra successione legittima e testamentaria, la differenza tra eredi legittimi e legittimari e, infine, le principali quote della successione successione legittima.

Indice dei contenuti:

Successione legittima e testamentaria: quali sono le differenze?

Quando sentiamo la parola “successione”, di solito pensiamo a qualcosa che accade nel tempo, come una serie di eventi che si susseguono.

Nel mondo del diritto, però, “successione” ha un significato ben preciso: indica il passaggio di una situazione giuridica da una persona a un’altra.
In particolare, quando il passaggio avviene dopo la morte di qualcun parliamo di “successione a causa di morte”.

La successione ereditaria è inoltre caratterizzata da un elemento che la distingue nettamente da tutti i trasferimenti tra vivi (ad esempio tramite compravendita): è universale.

Ciò significa che l’erede non solo acquisisce la titolarità dei beni del de cuius ma, subentra nella identica posizione giuridica che aveva il defunto, prendendosi carico anche dei debiti e degli altri rapporti giuridici in corso.

Quindi, mentre il trasferimento riguarda solo un bene specifico, la successione è molto più ampia e coinvolge tutto il patrimonio del defunto, attivo e passivo. Questo meccanismo è essenziale per garantire continuità nei rapporti giuridici e nella circolazione dei beni.

Se non esistesse la successione, infatti, tutto ciò che apparteneva a una persona defunta resterebbe senza proprietario (diventerebbe res nullius) e i debiti si estinguerebbero. Un simile scenario manderebbe in crisi l’intero sistema economico: nessuno comprerebbe più beni sapendo che non potrebbe lasciarli ai propri cari, e nessuno presterebbe soldi per paura che il debitore muoia prima di restituirli.

Per evitare tutto questo, il nostro ordinamento prevede che un erede ci sia sempre.

Anche se il defunto non ha fatto testamento e non ha lasciato parenti, l’art. 586 c.c. stabilisce che: «In mancanza di altri successibili, l’eredità è devoluta allo Stato».

In questo modo, si garantisce che il patrimonio del defunto abbia comunque un destino giuridico preciso.

Ciò premesso, vediamo in che modo questo “passaggio” da un soggetto (de cuius) ad un altro (erede) può avvenire.

Secondo quanto stabilito dall’art. 457, comma 1, del Codice civile, l’eredità può essere trasmessa soltanto in due modi: per legge o per testamento.

Queste sono le uniche due strade previste dal nostro ordinamento per regolare il passaggio del patrimonio di una persona dopo la sua morte.

In parole semplici, quando una persona muore, chi eredita i suoi beni lo fa perché

  1. è stato istituito erede direttamente nel testamento (in questo caso si parla di successione testamentaria).
  2. oppure perché la legge lo prevede (si parla di successione legittima o anche successione intestata, o ab intestato).

Sempre l’art. 457, al secondo comma, chiarisce che si può applicare la successione legittima solo quando manca, in tutto o in parte, un testamento.

Questo significa che, se esiste un testamento valido, è sempre quello a prevalere: il volere del defunto, insomma, viene prima di qualsiasi disposizione di legge.

Questa scelta del legislatore riflette un principio fondamentale del nostro sistema giuridico, cioè la libertà del testatore di decidere a chi lasciare i propri beni.

In sostanza, se una persona ha scritto un testamento, è giusto che sia rispettata la sua volontà, anche se ha scelto di lasciare tutto a soggetti che non fanno parte della cerchia familiare (salve le norme a tutela dei legittimari di cui si dirà in seguito).

Solo se il testamento manca (oppure riguarda solo una parte dei beni), allora interviene la legge a “completare” la successione.

La successione legittima ha però anche un’altra funzione: garantire un minimo di protezione alla famiglia.

Infatti, anche se i parenti non hanno automaticamente diritto all’eredità, in mancanza di un testamento il patrimonio del defunto viene assegnato ai familiari più prossimi, per ragioni di tipo sociale e morale.

Possiamo quindi trovarci di fronte a tre situazioni:

  • Successione interamente testamentaria: quando il de cuius ha disposto con testamento di tutti i suoi beni. In questo caso, si segue solo il testamento.
  • Successione interamente legittima (o intestata): quando non c’è alcun testamento. Qui è la legge a stabilire chi eredita.
  • Successione mista: quando il testamento riguarda solo una parte dei beni. In questo caso, una parte del patrimonio segue le volontà del testatore, mentre la restante è regolata dalle norme sulla successione legittima

Pertanto, eredi legittimi sono gli eredi individuati dalla legge, in mancanza di testamento. Il termine “erede legittimo” sta proprio ad indicare che la “scelta” dell’erede è fatta dalla legge perché il defunto non ha lasciato un testamento.

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Eredi legittimi e legittimari sono sinonimi?

Una volta chiarito chi sono gli eredi legittimi. Dobbiamo rispondere ad un altro quesito molto frequente nell’ambito delle successioni: qual è la differenza tra erede legittimo e legittimario?

Se il concetto non ti è chiaro non devi preoccuparti. É lo stesso legislatore ad utilizzare nel Codice civile delle terminologie che possono essere confuse e fraintese.

Per questo cercherò di spiegarti brevemente ed in modo semplice cosa significa erede legittimo e legittimario.

Come detto, nel diritto successorio si fa spesso confusione tra eredi legittimi e legittimari. Si tratta di concetti distinti, anche se in alcuni casi le persone coinvolte possono coincidere.

Abbiamo già visto che gli eredi legittimi sono coloro che ereditano in base alla legge quando manca un testamento, oppure quando questo riguarda solo una parte del patrimonio.

In altre parole, la legge stabilisce una sorta di “ordine” di chiamata all’eredità, privilegiando prima il coniuge e i figli, poi gli altri parenti in linea retta o collaterale.

Questo meccanismo prende il nome di successione legittima.

Diverso è il concetto di legittimari. Con questo termine si indicano i congiunti più stretti del defunto – cioè il coniuge, la persona unita civilmente, i figli (inclusi gli adottivi) e, solo se mancano figli, gli ascendenti – ai quali la legge riserva in ogni caso una quota di patrimonio del de cuius, anche se esiste un testamento che dispone diversamente.

Si parla in questo caso di successione necessaria, disciplinata dagli articoli 536 e seguenti del Codice civile.

La successione necessaria rappresenta una limitazione alla libertà del testatore. Infatti, se il defunto ha redatto un testamento che lede i diritti dei legittimari – ad esempio escludendoli o lasciando loro meno di quanto spetta per legge – questi possono agire in giudizio con l’azione di riduzione, per ottenere la quota che gli è riservata.

Va chiarito che la successione necessaria non costituisce una terza forma di successione accanto a quella testamentaria e legittima: è piuttosto una forma particolare di successione legittima, che opera anche in presenza di un testamento, proprio per proteggere soggetti ritenuti meritevoli di particolare tutela.

Secondo l’art. 536 del Codice civile, i legittimari sono:

  • il coniuge superstite;
  • i figli, naturali, legittimi o adottivi, e i loro discendenti, in caso di rappresentazione;
  • in mancanza di figli, gli ascendenti (genitori, nonni);
  • la persona unita civilmente con il defunto (ai sensi della legge n. 76/2016).

La quota di eredità spettante ai legittimari, detta anche quota di riserva, varia in base a:

  • quanti legittimari ci sono;
  • quale rapporto avevano con il defunto (figli, coniuge, genitori);
  • se concorrano tra loro o meno.

Ad esempio, se c’è un solo figlio, la quota di riserva è pari la metà del patrimonio; se i figli sono due o più, la quota riservata complessivamente è di due terzi, da dividersi in parti uguali.

Il coniuge ha diritto a una quota che può variare tra un terzo e la metà, a seconda dei casi.

Gli ascendenti diventano legittimari solo se mancano figli e loro discendenti.

Quali sono le quote degli eredi legittimi?

Dopo aver chiarito cosa significa erede legittimo e qual è la differenza con il legittimario, vediamo sinteticamente quali sono le principali quote degli eredi legittimi previste dal codice civile.

Quote successione legittima del coniuge ed un figlio

Se gli eredi legittimi sono il coniuge e un figlio, le quote della successione legittima sono:

  • Il coniuge ha diritto ad una quota pari alla metà (1/2) dell’eredità
  • Il figlio ha diritto ad una quota pari alla metà (1/2) dell’eredità

Quote successione legittima del coniuge con più figli

Se gli eredi legittimi sono il coniuge e due o più figli, le quote della successione legittima sono:

  • Il coniuge ha diritto ad una quota pari ad un terzo (1/3) dell’eredità
  • I figli hanno diritto ad una quota pari ai due terzi (2/3) dell’eredità, da dividere in parti uguali tra ciascun figli. Ad esempio se i figli sono 3, ciascuno avrà complessivamente diritto ad una quota pari a 2/9 dell’eredità.

Quote successione legittima del coniuge senza figli

In caso di coniuge superstite senza figli (e loro discendenti per rappresentazione), le quote della successione legittima sono ripartite nel seguente modo:

  • In caso di successione legittima coniuge e ascendenti, il coniuge ha diritto ad una quota pari a due terzio (2/3) dell’eredità. Agli ascendenti spetta una quota di 1/3 da dividere in parti uguali.
  • In caso di successione legittima coniuge e fratelli e/o sorelle (1 o più), il coniuge ha diritto ad una quota pari a due terzio (2/3) dell’eredità. Al fratello/i – sorella/e va una quota di 1/3 da dividere in parti uguali.
  • In caso di successione legittima coniuge, ascendenti e fratelli e/o sorelle (1 o più), al coniuge spetteranno i 2/3 dell’eredità. La rimanente quota di 1/3 si devolverà agli ascendenti e fratelli / sorelle secondo le norme che regolano il loro concorso, ma la quota riservata agli ascendenti non potrà essere inferiore ad 1/4 dell’asse ereditario.
  • In caso di successione legittima coniuge, senza figli, ascendenti, e fratelli/sorelle, al coniuge spetta l’intera eredità.

Se desideri approfondire l’argomento delle quote della successione legittima , ti consiglio di leggere anche il seguente articolo:
Successione legittima: guida completa e quote

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