Quando si parla di distanze tra confini nel contesto del diritto civile, il Codice Civile fornisce delle norme precise per regolamentare la distanza tra edifici situati su terreni adiacenti.
Queste disposizioni sono essenziali per prevenire problemi di igiene e salubrità e per garantire un uso corretto e rispettoso del suolo tra proprietà diverse.
Le distanze minime stabilite dalla legge servono a evitare che si creino spazi angusti, dove i rifiuti possono accumularsi e compromettere la vivibilità degli edifici e la salute degli abitanti.
L’articolo 873 del Codice Civile stabilisce una distanza minima di tre metri tra le costruzioni su fondi finitimi se queste non sono unite o aderenti, per garantire un adeguato distacco e prevenire problemi di igiene e salubrità.
In questa guida, analizzeremo come il Codice Civile regola le distanze tra confini, le possibilità di deroga, le azioni legali disponibili in caso di violazione e le norme specifiche per diversi tipi di costruzioni e strutture.
Scopriremo anche come le norme urbanistiche locali si interfacciano con le disposizioni codicistiche e quali sono le implicazioni per i proprietari di terreni e immobili.
Indice dei contenuti:
- Introduzione alle distanze tra confini secondo il codice civile
- Normative e deroghe sulle distanze tra confini
- Distanza costruzioni dal confine e controllo
- Azione reale e responsabilità nella violazione delle distanze
- Disposizioni sui muri di confine e costruzioni
- Principio di prevenzione nella costruzione
- Distanze minime per altri casi secondo il codice civile
- Avvocato Immobiliarista Roma
Introduzione alle distanze tra confini secondo il codice civile
Il Codice Civile italiano stabilisce regole precise per la distanza tra edifici situati su terreni adiacenti al fine di garantire una corretta vivibilità e salute.
Queste normative sono essenziali per evitare la creazione di spazi angusti tra le costruzioni che possono accumulare rifiuti e compromettere l’igiene e la qualità dell’ambiente.
L’articolo 873 del Codice Civile disciplina le distanze tra le costruzioni su fondi finitimi, imponendo che, se non sono unite o aderenti, devono essere mantenute a una distanza minima di tre metri.
Normative e deroghe sulle distanze tra confini
Le norme codicistiche sulle distanze legali, sono stabilite per prevenire la creazione di spazi insalubri e rischiosi, e come tali possono essere modificate attraverso accordi tra privati.
Al contrario, le disposizioni degli strumenti urbanistici locali, che mirano a preservare un modello urbanistico stabilito nell’interesse collettivo, non sono soggette a deroghe.
Distanza costruzioni dal confine e tutela
Secondo l’articolo 873 c.c., nessuna parte della costruzione deve trovarsi ad una distanza inferiore a quella prescritta, ovvero 3 metri, fatta eccezione per sporti come i canali di gronda.
Se una costruzione risulta collocata a una distanza inferiore a quella stabilita, il vicino ha il diritto di richiedere la rimozione dell’opera abusiva e di ottenere un risarcimento per i danni subiti.
Azione reale e responsabilità nella violazione delle distanze
In caso di violazione delle normative sulle distanze, è possibile intraprendere un‘azione reale contro l’attuale proprietario della costruzione non conforme.
L’art. 873 del codice civile stabilisce che, quando gli strumenti urbanistici locali richiedono una distanza maggiore rispetto ai tre metri previsti dal codice civile, tali disposizioni prevalgono. In questo contesto:
- Se gli strumenti urbanistici sono specificamente destinati a regolamentare le distanze tra edifici nei rapporti tra vicini — e quindi sono considerati come una norma “richiamata” dall’art. 872, comma 2, c.c. — la loro violazione consente al vicino di richiedere la rimozione della costruzione non conforme (tutela ripristinatoria) e il risarcimento dei danni subiti (tutela risarcitoria)
- Se gli strumenti urbanistici impongono il rispetto di determinate distanze per tutelare interessi generali (come la limitazione del volume, dell’altezza, della densità degli edifici; esigenze igieniche o di viabilità; conservazione dell’ambiente; ecc.), la loro violazione consente al vicino di richiedere solo il risarcimento dei danni (tutela risarcitoria), senza possibilità di chiedere la restituzione alla situazione originaria
Disposizioni sui muri di confine e costruzioni
Il Codice Civile prevede specifiche norme per i muri di confine. Un proprietario confinante può acquisire la comproprietà del muro situato sul confine tramite una sentenza costitutiva, se l’altro proprietario non è d’accordo (art. 874 c.c.).
Inoltre, è possibile costruire un muro a una distanza inferiore a un metro e mezzo dal confine, purché rispetti le disposizioni urbanistiche locali (art. 875 c.c.). Chi acquisisce la comproprietà deve versare un importo pari alla metà del valore del muro e del terreno su cui sorge.
Principio di prevenzione nella costruzione
Il principio di prevenzione consente al proprietario che costruisce per primo di scegliere se:
- mantenere una distanza dal confine pari ad almeno la metà di quella legale
- costruire sul confine o a una distanza inferiore.
Il confinante che costruisce per secondo ha due scelte:
- rispettare la distanza legale dalla costruzione preesistente
- richiedere la comunione forzosa del muro di confine o costruire in aderenza a esso.
Distanze minime per altri casi secondo il codice civile
Il Codice Civile prevede anche distanze minime per altre strutture per evitare danni ai fondi vicini. Ad esempio:
- Pozzi, cisterne e tubi devono rispettare distanze specifiche (art. 889 c.c.)
- Fabbriche e depositi pericolosi richiedono distanze particolari (art. 890 c.c.)
- Fossi e canali devono rispettare distanze minime per evitare frane e danni (art. 891 c.c.)
- Piantagioni devono mantenere distanze adeguate per prevenire danni da radici, ombra e umidità (artt. 892 ss. c.c.)
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