La differenza tra rappresentazione, trasmissione, sostituzione e accrescimento riveste un ruolo fondamentale nell’ambito successorio.
Questi istituti giuridici disciplinano il subentro di un altro soggetto rispetto al chiamato originario all’eredità o al legato.
È importante analizzare come il legislatore abbia previsto una scala di prevalenza tra i diversi istituti: si verifica dapprima la trasmissione, in mancanza si applica la sostituzione, poi la rappresentazione e infine l’accrescimento.
Solo se nessuno di questi istituti può operare si ricorre alle norme sulla successione legittima.
Indice dei contenuti
- La trasmissione del diritto di accettare l’eredità
- Rappresentazione e sostituzione
- Rappresentazione e accrescimento
La trasmissione del diritto di accettare l’eredità
La trasmissione del diritto di accettare l’eredità è disciplinata dall’articolo 479 c.c. e si verifica quando il chiamato muore senza aver accettato o rinunciato all’eredità.
In questo caso, il diritto di accettare l’eredità del primo de cuius entra a far parte del patrimonio del chiamato deceduto ed è quindi trasmesso ai suoi eredi.
Se desideri approfondire l’argomento della trasmissione del diritto di accettare l’eredità , ti consiglio di leggere anche il seguente articolo:
La trasmissione del diritto di accettare eredità
Differenze tra trasmissione e rappresentazione
Il presupposto che distingue la trasmissione dalla rappresentazione è il momento della morte del chiamato rispetto all’apertura della successione:
- Trasmissione: opera quando il chiamato muore dopo l’apertura della successione, senza aver ancora compiuto la scelta di accettare o rinunciare all’eredità.
- Rappresentazione: opera nei casi di premorienza o di incapacità o rinuncia del figlio o del fratello del de cuius.
Dal punto di vista strutturale:
- Nella trasmissione, si ha una vocazione indiretta: il trasmissario diventa erede del trasmittente, il cui patrimonio comprende anche il diritto di accettare o meno l’eredità del primo de cuius.
- Nella rappresentazione, il rappresentante succede iure proprio al de cuius, con una chiamata identica a quella del rappresentato.
Un ulteriore aspetto distintivo riguarda la libertà di scelta:
- Nel caso di trasmissione, ai sensi dell’articolo 479, comma 3, c.c., il trasmissario può accettare l’eredità del primo de cuius solo dopo aver accettato quella del trasmittente.
- Nella rappresentazione, invece, il rappresentante può acquisire l’eredità del primo de cuius anche se ha rinunciato a quella del rappresentato.
Rappresentazione e sostituzione
Il rapporto tra rappresentazione e sostituzione è espressamente regolato dal legislatore.
L’articolo 467, comma 2, c.c. stabilisce che nella successione testamentaria si applica la rappresentazione solo se il testatore non ha previsto una sostituzione ai sensi dell’articolo 688 c.c.
Secondo quest’ultimo articolo, il testatore può sostituire all’erede istituito un’altra persona per il caso in cui il primo non possa o non voglia accettare l’eredità.
In presenza di una sostituzione espressamente voluta dal testatore, la rappresentazione non trova applicazione per i casi contemplati dalla sostituzione.
Limiti alla rappresentazione in caso di sostituzione
L’esclusione della rappresentazione opera nei limiti della volontà espressa dal testatore. Ad esempio:
- Se Tizio istituisce erede il fratello Caio e gli sostituisce Sempronio solo in caso di rinuncia, la rappresentazione in favore dei discendenti di Caio sarà esclusa per la rinuncia, ma non per la premorienza o per l’indegnità.
- Se invece, sia l’istituito Caio che il sostituto Sempronio premuoino rispetto al de cuius, la rappresentazione si applicherà in favore dei discendenti di Sempronio.
Pertanto, la volontà del testatore prevale sulla regola generale di operatività della rappresentazione, ma soltanto nei limiti in cui abbia specificamente disposto la sostituzione.
Rappresentazione e accrescimento
Il rapporto tra rappresentazione e accrescimento è regolato dall’articolo 674, commi quarto e quinto, c.c., secondo cui il diritto di rappresentazione prevale sempre sull’accrescimento.
L’accrescimento, infatti, non opera se è possibile applicare la rappresentazione, come confermato anche dagli articoli 522 e 523 c.c.
Eccezioni alla prevalenza della rappresentazione
Un’eccezione a tale principio si verifica nell’ipotesi prevista dall’articolo 480 c.c., ovvero quando si prescrive il diritto di accettare l’eredità del chiamato.
Se il diritto si prescrive, il rappresentante non può più subentrare, e si apre così la possibilità di accrescimento a favore degli altri coeredi, se ne sussistono i presupposti.
È essenziale rilevare che la prescrizione del diritto di accettare non interrompe solo la vocazione del chiamato, ma anche quella del suo eventuale rappresentante, incidendo in modo diretto sulla struttura della successione.
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