L’azione di manutenzione è uno strumento giuridico previsto dal Codice Civile per tutelare il possessore di un bene, sia esso immobile o mobile, dalle molestie o turbative che possano compromettere il godimento pacifico del bene.
Essa si configura come un rimedio per ristabilire la situazione di fatto alterata da atti che impediscono il corretto esercizio del possesso.
La giurisprudenza, in particolare la Cassazione, ha chiarito vari aspetti riguardanti la natura e i requisiti per l’esercizio di tale azione.
L’ambito di applicazione dell’azione di manutenzione
L’azione di manutenzione può essere esperita in due casi principali:
- Reintegrazione nel possesso: quando il possessore sia stato vittima di uno spoglio non violento né clandestino, e quindi necessiti di un intervento per riacquistare il pieno possesso del bene. La Cassazione ha precisato che lo spoglio non violento e non clandestino include situazioni in cui il detentore rifiuti di restituire un bene al legittimo possessore, negando il possesso stesso (Cass. 29 maggio 2013, n. 13417).
- Cessazione delle molestie e turbative: quando il possessore subisce disturbi o turbative che compromettono la sua pacifica detenzione del bene. Le molestie possono essere sia materiali, come il taglio degli alberi o l’interruzione di un flusso d’acqua, che giuridiche, come atti di contestazione da parte di terzi sul diritto di costruire (Cass. 7 agosto 2018, n. 20581). Il ripristino della situazione originaria è fondamentale per la tutela del possesso (Cass. 13 agosto 2018, n. 20726).
La definizione di molestia o turbativa
Per «molestia» o «turbativa» si intende qualsiasi attività che arrechi un serio disturbo al possessore, o che comporti un pericolo concreto per il suo possesso.
La giurisprudenza considera tale attività come lesiva se essa incide significativamente sul godimento delle facoltà proprie del possesso.
Le molestie si suddividono in due categorie:
- Molestia di fatto: atti materiali che influiscono sul possesso, come il passaggio sul fondo, il taglio di piante, o la costruzione in violazione delle distanze legali.
- Molestia di diritto: atti giuridici che prefigurano atti giuridici futuri che potrebbero pregiudicare il possesso, come ad esempio il tentativo di opporsi a una costruzione sulla base di una servitù di passaggio (Cass. 10 ottobre 2011, n. 20800).
L’animus turbandi nell’azione di manutenzione
Un requisito essenziale per l’esercizio dell’azione di manutenzione è la presenza dell‘animus turbandi, ossia la consapevolezza da parte dell’agente che il proprio comportamento arreca pregiudizio al possesso altrui (Cass. 14 febbraio 2017, n. 3901).
Questo elemento psicologico implica che l’azione di disturbo non sia accidentale ma deliberata, con l’intento di turbare la situazione di fatto del possessore.
L’animus turbandi si presume quando la turbativa è evidente o manifesta, costituendo quindi un presupposto necessario per la legittimazione dell’azione.
Legittimazione attiva e passiva nell’azione di manutenzione
L’azione di manutenzione può essere esercitata solo dal possessore di un immobile, di un’ universalità di mobili o di un diritto reale su un immobile, a condizione che sia possessore da almeno un anno in modo continuativo e ininterrotto (art. 1170, comma 2, c.c.).
La giurisprudenza ha escluso la possibilità di esercitare tale azione per il detentore o per il possessore di beni mobili.
Se desideri approfondire la differenza tra possesso e detenzione, ti consiglio di leggere anche il seguente articolo: La differenza tra possesso e detenzione | criteri essenziali
La legittimazione passiva riguarda non solo l’autore dello spoglio o della turbativa, ma anche coloro che rispondono di tale fatto, incluso l’autore morale (Cass. 2 ottobre 2018, n. 23855).
I termini di decadenza per l’azione di manutenzione
Analogamente all’azione di spoglio, anche l’azione di manutenzione è soggetta a un termine di decadenza di un anno.
Questo termine decorre dal momento in cui si verifica lo spoglio non violento e non clandestino, o dall’inizio delle attività che costituiscono turbativa. La decadenza è applicabile anche nel caso in cui tali atti siano protratti nel tempo (Cass. 17 agosto 2017, n. 20134).
Conclusioni
L’azione di manutenzione è un importante strumento giuridico che consente al possessore di difendere il proprio possesso da atti che ne compromettano l’esercizio pacifico. Grazie alla sua natura preventiva e correttiva, essa protegge non solo il possesso materiale di un bene, ma anche i diritti connessi ad esso.
La corretta interpretazione dei requisiti normativi e giurisprudenziali è fondamentale per l’efficacia dell’azione, che si distingue per il suo scopo di ristabilire la situazione originaria di possesso e per la necessità di un’azione tempestiva, rispettando il termine di decadenza previsto dalla legge.
Avvocato civilista Roma – Assistenza e rappresentanza legale diritto civile
L’avv. Alessandro Paccosi è avvocato civilista a Roma e avvocato divorzista a Roma. Offre servizi di consulenza, assistenza (anche online) e rappresentanza legale in tutti i settori del diritto civile. Si occupa in particolare di: successioni ereditarie, diritto immobiliare, diritto di famiglia e responsabilità civile.
Se hai un quesito o un dubbio in materia di diritto civile puoi contattarci e richiedere una consulenza in sede tramite:
Se sei impossibilitato a recarti presso lo studio in Roma puoi usufruire del servizio AVVOCATO ONLINE pensato appositamente per coloro che preferiscono ricevere una consulenza a distanza.